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Raccolta differenziata: la plastica come si differenzia?

In start up la nuova campagna di sensibilizzazione di C.B.B.O. dedicata al riciclo della plastica

  • Raccolta differenziata: la plastica come si differenzia?

C.B.B.O. da oltre 30 anni porta avanti un impegno che va ben oltre ciò che si potrebbe immaginare: un’attività completa e integrata che non si limita alla semplice gestione dei rifiuti, ma che persegue giornalmente la diffusione di una nuova cultura attenta alla tematica ambientale. Tra le recenti iniziative in start-up che meritano di essere segnalate vi è la campagna di sensibilizzazione sul corretto riciclo della plastica. Nel corso del 2021, C.B.B.O. ha raccolto oltre 3.500 tonnellate di plastica proveniente dalle utenze domestiche e, purtroppo, il risultato che è emerso è che circa il 10% di quanto conferito è composto da frazioni estranee, ovvero rifiuti che compromettono il processo di riciclo della plastica. A oggi, si trovano nella raccolta domestica della plastica le più disparate tipologie di oggetti costituiti sia da plastiche non riciclabili (per es. ciotole, utensili da cucina, cestini porta documenti, giocattoli…), che da materiali che nulla hanno a che fare con la plastica, come ad esempio mascherine, Tetrapak oppure sacchetti in bioplastica.

Per sensibilizzare sulla tematica C.B.B.O. sta lanciando una campagna di comunicazione su tutto il territorio.

Come primo aspetto fondamentale da sapere c’è che solo gli imballaggi in plastica vanno nella raccolta domestica della plastica, in particolare all’interno del sacchetto giallo per chi fa la raccolta Porta a Porta o nella campana nei comuni in cui è ancora attiva la raccolta meccanizzata.

Ma quali rifiuti sono da considerarsi imballaggi? Senza dubbio, le confezioni e le pellicole in plastica che racchiudono i prodotti che si acquistano: le bottiglie, i contenitori e i vassoi per alimenti, il polistirolo di piccole dimensioni, le cassette della frutta. Una volta raccolti, questi rifiuti vengono portati presso un impianto per il trattamento e la successiva trasformazione.

Vi sono poi degli oggetti in plastica, come per esempio le sedie in plastica rigida, il cellophane e il polistirolo in grandi dimensioni che possono essere recuperati solo se portati presso il Centro di Raccolta comunale, da cui poi verranno prelevati per essere consegnati presso un impianto, diverso però da quello dedicato agli imballaggi in plastica.

Allo stesso modo, i RAEE (i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), che contengono in parte plastica, in parte materie prime di grande valore, non vanno buttati nella plastica ma all’Isola Ecologica: se rintrodotti nel ciclo produttivo, possono essere una preziosissima risorsa.

Infine, ci sono alcune categorie di oggetti contenenti plastica come i giocattoli, gli oggetti di cancelleria, gli utensili da cucina e le capsule del caffè tradizionali, che non possono essere gettati nella raccolta domestica della plastica, in quanto ne rovinerebbero il processo di riciclo, ma vanno semplicemente nel rifiuto non differenziabile.

I sacchetti in Mater-Bi (o in generale in bioplastica) sono stati introdotti nei negozi per limitare il danno derivante dalla diffusione nell’ambiente delle borsine in plastica, offrendo un materiale di origine vegetale riutilizzabile e compostabile nel rifiuto organico. Di conseguenza, non vanno assolutamente gettate nella plastica, poiché ne compromettono la qualità del processo di riciclo.

Raccolta differenziata: la plastica come si differenzia?